IPPC è l’acronimo di Integrated Pollution Prevention and Control ovvero controllo e prevenzione integrata dell’inquinamento. Questo approccio è stato introdotto con la Direttiva 96/61/CE del 24 novembre 1996, chiamata anche "Direttiva IPPC" ora abrogata e sostituita dapprima dalla Direttiva 2008/1/CE e ora modificata e integrata dalla Direttiva 2010/75/UE.

In Italia la direttiva IPPC è stata recepita dal D.Lgs. 372/1999, in seguito abrogato dal D.Lgs. n.59/2005. Con l’entrata in vigore del D.Lgs. 128/2010 il 26 agosto 2010, la normativa IPPC viene assorbita interamente nella Parte II, Titoli I e III-bis del D.Lgs. 152/06 e ss. mm. ii., il D. Lgs. 59/2005 viene così abrogato. Infine, il D. Lgs. 46/2014 ha apportato significative modifiche al T.U.A. con il recepimento della Direttiva 2010/75/UE.

Le attività produttive elencate negli allegati VIII e XII alla parte II del D.Lgs 152/06 e ss.mm.ii. individuano gli impianti assoggettati alla Direttiva IPPC e sono soggetti per il loro esercizio ad Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA). L'AIA è il provvedimento rilasciato dall'Autorità Competente (Stato o Regione o Provincia) che autorizza l’esercizio di un'istallazione a determinate condizioni tali da garantire che l’impianto sia conforme ai requisiti enunciati dal D.Lgs 152/06 e s.m.i. alla parte II, titolo III-bis e sia condotto secondo le BAT (Best Available Technique) o MTD (Migliori Tecniche Disponibili) di settore ovvero le migliori tecniche impiantistiche, gestionali e di controllo presenti sul mercato confrontate con l’impatto ambientale.

Gli impianti vengono suddivisi in base a tipologia e soglia dimensionale di produzione annua (capacità produttiva) e ogni attività è contraddistinta da un codice IPPC univoco.

Tra essi rientrano grandi impianti tra cui:

- attività energetiche (raffinerie, grandi impianti di combustione, cockerie, impianti di gassificazione);

- produzione e trasformazione dei metalli (p.e. produzione si ghisa e acciaio, attività di trattamento superficiale di metalli con volume di vasche superiore a 30 mc, fonderie);

- industria dei prodotti minerali (cementifici, vetrerie ...)

- industria chimica (p.e. industrie chimiche per la produzione di composti organici e inorganici, farmaceutiche, produzione di fertilizzanti …);

- gestione dei rifiuti (p.e. discariche, inceneritori);

- altre attività (cartiere, tintorie, concerie, macelli, caseifici, allevamenti polli e suini, trattamenti di superfici con consumo di 200 t/a o 150 kg/ora di solvente.

L’Autorizzazione Integrata Ambientale sostituisce le autorizzazioni di settore quali emissioni in atmosfera, allo scarico, alla realizzazione, modifica ed esercizio di impianti di smaltimento o recupero dei rifiuti anche in regime semplificato, allo smaltimento degli apparecchi contenenti PCB-PCT, alla raccolta ed eliminazione oli usati e all'utilizzo dei fanghi derivanti dal processo di depurazione in agricoltura.